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Lo confesso.
C’è voluto più di un anno.

Dopo l’ultimo percorso di coaching alla ricerca di… di qualcosa di… oltre. Un anno di apprendimento e sei formatori internazionali accomunati dalla filosofia di Rudolf Steiner.

Cos’aveva a che fare il programma di “International Corporate Coaching” con la scultura, l’arte, la spiritualità che ha intriso il percorso? In azienda poi…?

Il coraggio in genere non mi manca. Ma…

E poi: finchè siamo a Desenzano, in quella location magica, con persone aperte al nuovo, ok.
Ma qui a Bari, con l’ambiente con cui abbiamo a che fare ogni giorno, la vedo dura.

Ok, ok, non vi sto a tediare oltre. Certe scuse le conoscete meglio di me.

Poi l’opportunità (e il destino) viene a bussare prima delle vacanze estive.
Questa volta ha le sembianze di Pasquale Adamo e Daniela Marrocco, due colleghi con lo spirito giusto e l’energia data dall’età e dalla voglia di sostenere la bontà di una disciplina che può fare la differenza nella vita delle persone.

Decido di accogliere il loro invito a dare il mio punto di vista sul coaching e mi butto: va bene, se lo facciamo con creatività.

Ci saranno altri colleghi che parleranno di cos’è il coaching e di che risultati può portare.

Io voglio sperimentare.
E voglio farlo con qualche forma d’arte.
Come avevo già fatto con un altro gruppo di coraggiosi colleghi che con me sta muovendo i primi passi in un coaching “transpersonale” (oltre la persona, orientato alla realizzazione del sé attraverso l’integrazione della dimensione spirituale).

Il workshop di settembre va oltre le aspettative e tutti mi chiedono qualcosa in più… Pasquale rilancia e mi propone di progettare insieme un percorso strutturato che ricalchi quello spirito e quegli strumenti.
Ecco come nasce: “Oltre i propri confini.

Allora non posso che proporre 4 momenti in cui usare ciò che mi è più vicino: la fotografia, la pittura, la poesia e la musica.
Il programma si basa sull’uso della dimensione artistica al fine di entrare in contatto con le forze interiori che hanno il potere di rompere le barriere della paura di essere noi stessi al 100%.
Per ora non aggiungo altro.

Vi ho raccontato la genesi. Più avanti vi coinvolgo in altri modi.

P.S.  Anche questo articolo mi è stato chiesto da Pasquale ed ho accolto la sua idea. Chi mi conosce sa che pur avendo una ricca fonte interiore di contenuti, da due anni a questa parte ho deciso di tenerla per me e per coloro con cui lavoro in presenza.

Perché? Puoi intuirlo da ciò che scritto e se ci segui non potrai che esser d’accordo.

Buona vita.
Davide Tambone

Per maggiori informazioni sul percorso “Oltre i propri Confini”: clicca qui