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Il 29 e 30 ottobre 2016 è partita la Sesta Edizione della Scuola di Coaching – MCI di Bari.

Il viaggio nel “mondo del Coaching” è appena cominciato!
Così come i futuri Coach al termine delle prime due giornate di formazione hanno già potuto respirare a pieni polmoni il “cambiamento” che questo percorso li porta ad affrontare, così io in qualità di Tutor di questa Edizione affronto il mio “cambio di prospettiva”, all’interno della stessa Scuola in cui, da allieva, sono diventata Coach professionista.

In aula il Coach Pasquale Adamo, Direttore della Scuola di Coaching, ha introdotto il Corso partendo dalla definizione del “ruolo” del Coach.
Il Coach non è un formatore, ma un “trasformatore”.
Sì, perché di fatto aiuta a far emergere da noi stessi le risorse spesso inconsce che ci appartengono, trasformandole in opportunità di crescita e cambiamento.
Il Coach guida la persona e gli indica la via da percorrere, non per rispondere alle sue domande, ma per fare emergere le risposte che sono già dentro di sé. Certo, per quanto affascinante e creativo possa essere il compito del Coach, è anche vero che richiede una “formazione tecnica” ed una “preparazione professionale” costante.

Il primo passaggio formativo in aula ha riguardato, in particolare,  l’aspetto della comunicazione efficace, verbale e non verbale, ovvero il rapporto tra conscio e inconscio nella comunicazione.
Tutto nell’essere umano è “comunicazione” e imparare a distinguere le modalità ed i diversi canali attraverso i quali avviene, permette al Coach di entrare in contatto con l’altra persona in modo autentico e profondo, per cogliere ogni segnale utile a comprenderla al meglio.
A ben pensare, quante incomprensioni, discussioni e conflitti sono quotidianamente causati da una comunicazione inefficace? Davvero tanti, troppi! Pertanto, riuscire a comunicare in modo efficace non serve solo a risolverli, ma spesso e volentieri anche ad evitarli.

Comprendere e farci comprendere con facilità è, dunque, uno degli obiettivi principali del Coaching, ma per poterci riuscire in modo efficace è indispensabile diventare degli attenti ascoltatori. Osservazione e ascolto attivo sono, infatti, i punti di forza del Coaching.
Chi si mette al lavoro con un Coach si assume la responsabilità e la libertà del proprio cambiamento, ma deve lavorare sodo per questo. Il Coach lo sostiene e lo guida nel focalizzare gli obiettivi, nel definire gli step da compiere, nel trovare le risorse interiori ed esteriori utili ad acquisire fiducia in se stesso ed autoconsapevolezza. Tuttavia, gli unici veri artefici del cambiamento siamo proprio noi stessi, in virtù di quella “responsabilità emotiva” (uno dei principi che caratterizza il Coach e che viene spiegato in aula) che ci contraddistingue.

In qualità di Tutor della presente Edizione della Scuola di Coaching – MCI, auguro ai corsisti una buona scoperta  in questo magico viaggio alla ricerca delle “infinite possibilità”, dandogli appuntamento per il prossimo Modulo: “Instant Rapport: come creare sintonia con l’altro in pochi istanti”, incentrato sull’Empatia.
Buon viaggio futuri Coach!

Coach Vincenza Tridente (Tutor Scuola di Coaching MCI – 6° edizione)